Sulla sinistra a circa metà della navata centrale della Cattedrale di Otranto, nel famoso pavimento musivo (1163-1165) è raffigurata per la prima volta nel Mezzogiorno la scena biblica della Costruzione della Torre di Babele (genesi, 11, 19).
C.A. Willemsen che per primo e meglio degli altri l'ha studiata, ha potuto individuare una significativa influenza, non l'unica, ebraica. Scrive infatti che la scena della Torre è tratta sicuramente da un racconto ebraico medievale che parla di due scale, una per salire e l'altra per scendere dalla torre medesima, e per questo particolare non ci sono riscontri icnografici se si eccettua quello contenuto in un mosaico di San Marco a Venezia (due scale appunto) e quello di Monreale dove la scala è unica e forse potrebbe essere una coincidenza e non un riferimento diretto alla storiella ebraica. Ma due sono le scale appoggiate alla Torre di Otranto. Questa è la scena più affollata delle Torri del periodo ed è estremamente interessante per quella che è una vera e propria ricostruzione non solo di un tipico cantiere monumentale dell'epoca - il primo per il Salento e forse non solo - ma anche per l'uso e l'utilizzazione del materiale da costruzione. La torre è realizzata infatti attraverso la sovrapposizione di filari lapidei isometrici, ossia della stessa altezza secondo modalità che saranno proprie e per sempre dei sistemi costruttivi locali che si giovano della enorme quantità di pietra da taglio disponibile. I singoli pezzi oblunghi (piezzi) sono trasportati a spalla (era così fino a 70 anni fa circa), previa sgrossatura (figura a sx); in alto, con una cazzuola (cucchiara) un mastro li alletta con la malta: si tratta quindi di pietra tenera, forse pietra leccese. In basso, una figura guarda in alto, quasi a ontrollare i lavori ed è agghindato con una cappa, con un vestito diverso da tutti gli altri: forse era l'architetto della Torre.
Questo brano è tratto da "SALENTO SEGRETO - Storie, misteri, luoghi e leggende" a cura di Mario Cazzato, Edizioni Grifo, in vendita in edicole e librerie.